pubblicata da Paolo Cellammare il giorno mercoledì 13 luglio 2011 alle ore 18.42
Data: Venerdì 8 luglio 2011
I primi tre giorni sulla Wild Card sono scorsi velocemente, riempiti da molteplici attività e dalla conoscenza di tanti nuovi amici. 11 sono le diverse nazionalità presenti a bordo, includendo anche i tre membri della ciurma, per un totale di 17 anime. 18 se includiamo anche il gattino del capitano.
Ma facciamo un bel passo indietro.
Eravamo sul bus da Panama City a Colon dove avremmo dovuto cambiare per arrivare a Puerto Lindo. Alla stazione dei bus di Colon l'atmosfera è surreale. La popolazione locale è praticamente interamente nera ed arriviamo all'ora del ritorno da scuola. Tutti gli studenti hanno delle divise bianche che li fanno sembrare cadetti della marina. Aggiungendoci l'atmosfera piratesca del luogo, il mix è fantastico. Manca mezz'ora alla partenza e ho fame, così vado a cercare del cibo decente in uno dei tanti chioschi della stazione. Tantissimi sono queste specie di fast food sudici e alla fine cedo davanti ai cosciotti di pollo del simpatico cinese all'angolo.
Intossicazione alimentare. Di quelle brutte. La notte all'ostello di Puerto Lindo la passo a vomitare. I due (non) simpatici gestori tedeschi ed il loro tè di origano non aiutano.
Il giorno dopo inizia il nostro viaggio in barca ed il primo locale che imparo a conoscere veramente bene è il bagno. Fortuna che poco prima della partenza ho avuto il tempo di andare dal dottore di Portobelo. L'ambulatorio sembrava fermo agli anni 80 ed io sono stato subito trattato come l'eroe del giorno solo per il fatto di parlare spagnolo. Le infermiere ed il dottore indio sono stati super gentili e mi hanno fatto passare avanti a molta gente in coda. Dopo una mezzoretta di burocrazie da macchina da scrivere ero fuori con le medicine che in 2 giorni mi hanno rimesso al mondo. Anche perchè la pasta in bianco del capitano John proprio non si poteva mangiare.
Premetto che non ho vomitato a bordo, il che mi ha sorpreso. Il mare ha riscosso diverse vittime il primo giorno, ma poi ci siamo un po'tutti abituati. I compagni di viaggio sono forti e si è velocemente creato un bel gruppo. L'atmosfera delle isole San Blas ha di certo aiutato. Magnifici atolli da sogno affacciati sul Mar dei Caraibi lungo la costa di Panama. Abitati dai simpatici indigeni Kuna, che, a dir la verità, sono un pochetto avidini. Ti chiedono un dollaro per farsi fare una foto o due per mettere piede su alcune isole.
Visitiamo uno dei loro villaggi durante un azione dei militanti della chiesa di cristo, venuti dall'america a spargere un po'di medicine e di verbo cristiano.
I 2 giorni successivi sono fatti di tuffi in acque cristalline, snorkeling tra pesci incredibili, feste sulla barca, gite nella foresta, tuffi dalle cascate, cene di aragoste e granchi e faló sulla spiaggia di isole disabitate. Non lo dico per farvi invidia, è solo dovere di cronaca.
Ah, dimenticavo, ho nuotato con uno squalo. Ma non era grande ed è andato via. E sì, mi sono cagato addosso!
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