martedì 25 ottobre 2011

Tropic Journey 2011 [From Liberia to Bogotà] Chapter 5 - Buche e castelli di sabbia

pubblicata da Paolo Cellammare il giorno venerdì 22 luglio 2011 alle ore 19.31
Pesce colombiano fritto alla vecchia maniera italiana.
Ecco il risultato di questa magnifica ricettaFase 1: preparare le verdure e incidere il pesce.

- 4 Pesci colombiani da circa 1kg cad. presi dal pescatore a 14000 pesos (6 euro)
-2 Platani verdi
- 2 Tomate arbol (pomodori strani tropicali)
- 1 Cipolla
- Sale
- Pepe
- Farina
- Olio di robe strane tropicali.
Fase 2: infarinatura
Prendete i bei pescioni e ammirateli con soddisfazione gongolando per l'affare fatto. Incidete i fianchi con dei tagli diagonali che fanno sempre design, tagliate via la coda perchè se no non entra nel padellino dell'appartamento e passateli nella farina ben bene.
Tagliate la cipolla a cerchietti. Tagliate i pomodori strani in modo da fare la polpa a cubetti e la buccia a striscioline.
Prendete il platano e togliete la buccia. Il platano sembra una banana ma non è una banana per un cazzo. E' durissimo e avrete un po' di problemi all'inizio, ma se incidete la buccia lungo tutto il frutto dovrebbe essere abbastanza facile toglierla. Una volta aperto il platano tagliatelo a rondelle sottili. Il platano, che non è una banana manco per un cazzo, ha una consistenza molto diversa da quella della banana. Infatti non è una banana. Tagliatelo il più sottile possibile per un miglior risultato.Fase 3: FRITTURA!
Mettete a scaldare abbondante olio in una padella e, una volta ben caldo immergeteci il pesciotto ed un po' di rondelle di platano, pomodoro strano e cipolla. Abbassate la fiamma fino ad un livello medio. Quando abbastanza cotto da un lato, girate il pesce. A fine cottura togliete il pesce e guarnite il piatto con il platano fritto, le cipolle ed il resto. Gustatevi il tutto innaffiato da un buon bianco. Fate lavare piatti e pentole agli spagnoli per un miglior risultato.
et voilà
E dopo la mangiata, tutti a pulire! però la mattina!

Tutto il mondo è uguale visto dagli occhi dei bambini. Dovunque tu vada, oriente o occidente, primo o terzo mondo, in ogni spiaggia i bambini staranno facendo buche e castelli di sabbia. Alla fine, quando rimane solo sabbia, mare ed un costume addosso, siamo tutti uguali. Ci facciamo una birretta gelata, e ci godiamo la vita. Basta poco.

Negli ultimi due giorni in barca, di totale navigazione, in cui letteralmente non ho toccato cibo a causa del mal di mare, non ho fatto altro che sognare un piatto di spaghetti ai frutti di mare. Sbarcati la domenica mattina a Cartagena la prima cosa che ho fatto e cercare un posto decente dove pranzare. Stavo letteralmente svenendo dalla fame. In più il taglio che mi ero fatto sotto il piede sinistro nell'escursione nella foresta pluviale si era infettato. L'unico disinfettante che il capitano aveva a bordo era infatti un secchio con un po'di candeggina e acqua in cui farci il pediluvio. Rimedio della nonna che però apparentemente non a funzionato.
Insomma al mio arrivo in Colombia non ero proprio al massimo della forma. Un americana fuori all'ostello mi suggerisce un ristorantino italiano che aveva appena provato e che mi assicurava fosse ottimo. Nessuno di noi italiani si sognerebbe di seguire un consiglio culinario da un americano, però in mancanza di alternative, e con la fame lancinante, decido di provare.
nei tunnel della fortezza di Cartagena
Mi colpisce subito il fatto che i piatti sul menù siano scritti in italiano corretto. Ci sediamo ad un tavolino. Spunta un tizio dall'aria un po'trasandata e quasi losca. Con mia somma gioia è italiano. Linguine ai frutti di mare, al dente!
Aspettiamo un po' ma sono veramente spettacolari. Se capitate a Cartagena, lo trovate proprio di fronte al famoso Havana Cafè a Getsemanì. Ha aperto da solo 2 mesi e ci racconta che sbattimento sia trovare gli ingredienti buoni per cucinare ed evitare al suo assistente, un ragazzo francese, di mettere la panna in qualsiasi piatto. I francesi, dice lui, hanno inventato il profumo per coprire la puzza di sudore, e la panna per dare sapore al cibo di merda che fanno. Dice lui. Non mi assumo responsabilità. Le linguine erano molto molto buone. Avevo molta, molta fame.
Cartagena è molto carina, ma alla fin fine non mi colpisce più di tanto. Facciamo un tour alle isole del Rosario, ma anche quelle, rispetto a San Blas, non sono niente di che.
Proseguendo sulla costa raggiungiamo Taganga e Santa Marta, ultime tappe della costa caraibica...
...to be continued
over the skies of Cartagena

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