domenica 5 settembre 2010

Going eastbound in Summer 2010 - Chapter 5 - 7 Eleven underwater

sabato 17 luglio 2010 alle ore 10.40

Shane, my diving mate, jumping off the boat in a moonsault!
 
La Thailandia è uno dei paesi al mondo con il più alto numero di negozi 7Eleven. I mitici mini makert onnipresenti negli Stati Uniti ed in Giappone spadroneggiano infatti anche qui ad ogni angolo di strada. I prodotti in vendita però sono orientati ai gusti dei Thai, tra gli snack mancano quindi i cheeseburger degli americani e gli onigiri o i bento box dei giapponesi, sostituiti da altrettanti troiai per niente salutari tipo wursteloni tossici.
Tra le bibite nessuna sorpresa particolare, la scelta non si avvicina lontanamente a quella giapponese, anche se fortunatamente si trova qualche prodotto nipponico come Calpis o Dakara oltre alle più comuni bibite occidentali.
Capitolo Birre. Le birre più bevute in Thailandia sono Singha, istituzione nazionale, Chang, Leo, Tiger e Heineken. Mentre le prime tre se non sbaglio sono tutte di produzione locale (su Leo non ne sono sicuro), Tiger viene da Singapore e Heineken la conosciamo tutti. Vi state chiedendo perchè vendono la Heineken? La risposta è semplice, perchè le birre thailandesi fanno schifo. Tranne una. San Mig Light, che avevo dimenticato nella lista, come gusto e bottiglia ricorda molto la mitica Corona, e guarda caso la servono con una fettina di lime incastrata nel collo. Unica speranza di salvezza nelle calde serate thailandesi.
Rimpiangiamo ovviamente le birre Cambogiane che invece erano degne di sicuro rispetto ed avevano nomi facili da ricordare: Angkor e Anchor, per non sbagliarsi.
 
Mangiata di pesce d'ordinanza innaffiata da birra Leo... delicious! Seabass, cozze e altri frutti di mare.
Vi andrebbero delle Pringles all'alga?
fantasticamente verdi!

Chi ha letto i miei precedenti diari di viaggio sa quanto mi affascini scoprire la cultura locale attraverso i suoi prodotti commerciali o le localizzazioni di prodotti internazionali. A proposito devo provare le Pringles al gusto gamberetti, quelle alle alghe non erano affatto male... ed erano verdi!
Ma cambiamo discorso, chi di voi non ha mai sognato da piccolo di diventare un astronauta?
Io di sicuro l'ho fatto molte volte ed in questo viaggio ho potuto vivere un esperienza che credo sia la cosa più vicina ad un viaggio su un altro pianeta che potrò mai fare in vita mia.
Parlo dello Scuba diving a Koh Tao, cioè l'immersione subaquea con le bombole d'ossigeno.
Non era una cosa preventivata, anzi ad un certo punto del viaggio non pianificavamo neanche più di andarci a Koh Tao. Alla fine è solo una piccola isoletta tranquilla, meta famosa proprio per il diving e di conseguenza lo snorkeling. Bella ma la nostra tabella di marcia serrata ci imponeva dei tagli. Fortunatamente la sera prima di partire, per una serie di coincidenze di orari abbiamo cambiato il nostro programma per fermarci una notte lì.
Ed ho iniziato a valutare la possibilità di fare un immersione. In fondo quello è il posto più economico al mondo dove poterlo fare, vista l'altissima concorrenza che si fanno le decine di scuole di sub dell'isola. Un occasione da non lasciarsi sfuggire, ma c'era un problema da superare, le tempistiche. Fortunatamente abbiamo trovato la sera una scuola tra le più famose dove sono stati molto disponibili dal farmi fare lì per lì il training in piscina di un ora per poi poter partecipare direttamente alle immersioni mattutine dalla barca del giorno dopo.
La simpaticissima e pazza Fai, la mia istruttrice, mi mette subito a mio agio scherzando e facendo diventare tutto un gioco, tanto che le minime preoccupazioni che avevo prima di iniziare spariscono e rimane soltanto una grandissima esperienza vissuta al 100%.
Il giorno dopo conosco gli altri 3 ragazzi che avrebbero fatto l'immersione con me, Shane, Carson e Shahreh. Marco viene con noi come ospite a bordo, occasione che gli ha permesso di fare un bel giretto in posti stupendi praticamente senza sborsare un centesimo.
Prima immersione. Indossata l'attrezzatura ci buttiamo in mare, ma appena iniziata la discesa ci sono dei problemi. Shahreh va in panico e deve tornare a bordo, Carson ha dei problemi con la maschera che lascia filtrare acqua e gliela devono cambiare. Shane che sulla carta sembrava il più problematico, visto che ha dei problemi alle orecchie con la compensazione della pressione va invece giù liscio come l'olio.
Quando vai sott'acqua la tua prima reazione è quella di trattenere il respiro. Con le bombole non lo devi più fare, e sebbene sia una cosa palese, sperimentarlo in prima persona è una cosa fichissima. Certo respirare con quell'apparecchiatura non è per niente la stessa cosa, ma sei sott'acqua!
L'isoletta vicino a Koh Tao dove
siamo stati a fare diving.

Arrivati sul fondale a circa 12 metri, Fai ci fa prendere confidenza con i movimenti, poi iniziamo a nuotare. Guardandoci intorno iniziamo a vedere cose dalle forme e colori più assurdi e pesci che osservo per la prima volta intenti nelle loro attività quotidiane, come brucare alghe dalle rocce o andarsene in giro belli paciarotti.
Fai inizia ad avvicinarsi ad un enorme roccia nera se sembra volerle andare sotto in un insenatura.
Ci avviciniamo e non capisco se è un effetto dell'acqua ma la roccia sembra muoversi. Mi avvicino ancora.
Inizio a scorgere le migliaia di pesci che la compongono, non è una roccia ma un banco di pesci che inizano a circondarmi mentre nuoto rendendomi tutt'uno con la loro immensa massa. Incredibile.
Mi sembrava di essere in un sogno visionario, invece è la realtà... solo vista da un altro punto di vista.
L'unica cosa veramente strana è stata non vedere neanche un 7 Eleven laggiù in fondo al mare ;)
 
Me, teachers and diving mates in Koh Tao!

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