martedì 16 febbraio 2010

That Damn Crazy Summer 2009 - Chapter 7 - To new and old friends


martedì 25 agosto 2009 alle ore 21.50
Io ed i miei fratelli di viaggio (compagni sarebbe riduttivo) all'inizio della nostra avventura.
a Cuba esausto dopo kilometri e kilometri di viaggio...
Credo che questa pagina sia la più importante di questo diario di viaggio, probabilmente sarà l'ultima, anche se sono ancora a Los Angeles in questo momento. Approfitto di quest'ultima settimana di calma e tranquillità qui per raccogliere tutti i ricordi e le esperienze di questo incredibile viaggio, ma soprattutto per ricordare con affetto tutte le persone, gli amici vecchi e nuovi che hanno costellato di esperienze indimenticabili quest'avventura.
Prima di tutti Giammarco e Jacopo ovviamente, che sono stati i miei compagni di viaggio, avventurieri, fratelli e parte di un team formidabile. Ricordo ancora quando a Firenze hanno faticato (poco) per convincermi ad intraprendere questa traversata con loro. E come dimenticare quel momento a Cuba, sulla spiaggia di Cayo Coco, quando abbiamo deciso di riprendere in mano il progetto originario di girare un reportage a Cuba, fregandocene del fatto che non avevamo visto giornalistico e che saremmo potuti finire nei guai. In quel momento è davvero iniziata la nostra avventura, in quel momento abbiamo iniziato a creare qualcosa che rimarrà nel tempo, grazie ragazzi!
La nostra nuova seconda patria! Republica Dominicana, lo tiene todo!
Il ricordo dei giorni passati sulle spiagge dominicane sono ora una costante tortura, come si fa a tornare alla vita normale quando sei stato in paradiso? E dire che all'inizio ci era sembrato quasi un inferno, catapultati in un villaggio da terzo mondo dopo il benessere americano, ma è stato facile adattarsi alla dolcezza e semplicità di quei luoghi. Sicuramente la vita in quei posti ci ha cambiato, non so se in meglio o peggio, ma comunque il cambiamento è sempre una cosa buona. Ricordi brutti come la nottata in cui Claudio fu ferito a Las Terrenas, oppure quando sono stato arrestato a Cuba per aver scattato foto ad un azione violenta della polizia. Per fortuna tutti questi episodi si sono risolti bene, e rimangono nella memoria insieme a tanti altri bellissimi ricordi. L'arrivo a Miami, con Jacopo e Giammarco che vengono a prendermi a sorpresa su una decappottabile. I tuffi dalle rocce altissime alle cascate di Damajagua. L'essere riusciti ad intervistare Yoani Sanchez clandestinamente senza farci beccare dalle autorità cubane ed il momento della partenza da Cuba portandoci con noi tutto il materiale girato. La gioia degli ultimi 3 giorni a Las Terrenas scaricando lo stress cubano e molti altri scolpiti per sempre nelle nostre menti. Tutte le persone che abbiamo conosciuto in questo viaggio: Maddalena, Mosè Giovanni, Marlene, Claudio, Julie, Izra, Maria Alessandra, Michael e Raquel Renè, Miguel e Gelsi, Julio e Aurora, Cari, Camilo, il francese che mi ha insegnato ad andare in windsurf e mille altri che probabilmente non rivedremo mai più ma che hanno avuto un ruolo importante in quest'avventura. Un ringraziamento speciale, dal profondo del cuore a Zio William e Zia Sandra, i parenti di Jacopo che sono stati così gentili, generosi e premurosi con noi, senza di loro probabilmente tutto questo non sarebbe accaduto. E come dimenticare Joellen e Matt, Kyle, Jacky, Ginny e Rob, Vanessa, Shige, Antonio e Katrina, Dorian, Julia, Indra, Greg e tutti gli altri amici vecchi e nuovi con cui ho passato bei momenti negli Stati Uniti. Non sono ancora tornato a casa e sono già triste. Ma chissà quali nuove avventure mi riserverà il futuro...
Addio a Las Terrenas...
...los 3 volveran!
...per adesso... titoli di coda!
T___T

That Damn Crazy Summer 2009 - Chapter 6 - Sulle orme del Ché

mercoledì 12 agosto 2009 alle ore 18.15
Tuffo escenografico dal ponte di un ragazzino matto!
Quasi 3 settimane sono passate da quando siamo a Cuba, sono sulla terrazza di una vecchia casa di Santiago, fumando un bel sigaro a scrivere questa pagina di diario che purtroppo avrà poche foto a corredo, non perchè non ne abbia fatte (ne ho tonnellate) ma perchè è quasi impossibile avere una connessione ad internet decente, senza contare il costo proibitivo della faccenda (circa 6 euro all'ora).
Da questa città siamo partiti e qui concludiamo il nostro viaggio.
Cuba, da noi ribattezzata la terra del "no hay" (non c'è) è un posto controverso e difficile da vivere. La gente, anche se ad un primo impatto da l'idea di essere soddisfatta, parlandoci un po'in più svela il desiderio di fuga ad ogni costo, scappare da questa terra "liberata" da una rivoluzione, ma che ora di libero non ha più niente. La rivoluzione ormai è solo propaganda ed un ricordo lontano, vivo solo nelle vecchie generazioni. Tutti si sforzano di racimolare dai turisti quei pochi pesos necessari all'aquisto di vestiti alla moda (per loro ma che ai nostri occhi sono tamarrissimi) o altri beni superfui. E'frequente trovarsi in ristoranti nel cui menù sono realmente servite solo un paio di cose, per il resto "no hay". Emblematico quando la cameriera di un bel ristorantino panoramico ci disse, "abbiamo solo pollo e riso o riso e pollo, che ordinate?"
Però devo dire che dopo il periodo shockante di assestamento, quando abbiamo iniziato a girare per i paesini, a conoscere gente, a vivere i luoghi, tutto si è rivelato molto interessante. Come ogni viaggio ne vale la pena. Ma ora come ora, conoscendolo bene, non credo che avrò voglia di tornarci ;)
La speranza che le cose vadano a migliorare è molto esigua nella gente, sono praticamente tutti rassegnati, e lo spirito della rivoluzione, anche intesa come una nuova rivoluzione per cambiare la situazione è totalmente inesistente. Ai giovani basta comprarsi magliette D&G false, ubriacarsi e ballare raeggeton.
Tutto abbastanza triste.
Los 3 no volveran!
Il nostro viaggio con una Hyunday Atos (già macchina di merda) scassatissima, noleggiata a carissimo prezzo dalla compagnia cubana (ne sono presenti tre ma sono identiche) è stato molto avventuroso, viste le strade che passano dal dissestato all'impraticabile e la distanza enorme che abbiamo percorso. La brava Fidelina, così abbiamo battezzato la macchina, è però riuscita nell'impresa anche se la sospensione posteriore sinistra ci ha fatto sudare freddo più di una volta.
La città de La Havana è molto bella, anche se gran parte della zona vecchia è lasciata in stato di abbandono totale, con palazzi bellissimi che cadono a pezzi, strade totalmente dissestate, ed un acre odore di piscio ovunque. Tuttavia è affascinante, e sebbene possa sembrare molto pericoloso ad un turista aggirarsi la notte per queste strade, si scopre presto che è molto sicura rispetto agli standard di altre città dell'America Latina. Non dimentichiamoci infatti che vige uno stato di polizia.
Un giorno, a Santa Clara, la città simbolo del Ché, stavo fotografando nella piazza principale una lite tra una pazza ed un altro barbone, quando all'improvviso è arrivata un auto della polizia e gli agenti li hanno presi e caricati in macchina, con la tipa che scalciava ed il poliziotto che senza farsi problemi la sistemava con un paio di manate secche davanti a tutta la folla che si era formata a vedere la scena. Io ovviamente seguendo il mio spirito di fotografo ho continuato a scattare tutta la scena, ma poi vedendo che uno dei poliziotti si avvicinava minaccioso ad un ragazzo che sembrava scattare foto con un cellulare, mi sono girato ed ho iniziato ad allontanarmi. La gente ha subito iniziato a gridare ai poliziotti "camera camera!" additandomi. E sono stato portato via con loro in macchina.
Non la migliore delle situazioni... diciamo che me la sono abbastanza vista brutta, perchè non avevo idea di quello a cui andavo in contro.
il tradizionale gioco de "La Mano" per le strade de La Habana

Fortunatamente tutto si è risolto con la cancellazione delle foto di tutta la scena, pre e post polizia. E con la firma di un foglio, scritto da un poliziotto alla stazione, in cui dichiaro che non farò più foto alla polizia. Speriamo che non mi facciano problemi in aeroporto. Alla fine è stata una bella disavventura da raccontare.
Memorabile l'incontro, sempre a Santa Clara, con una vecchietta che aveva conosciuto il Ché e non si risparmiava nel raccontare aneddoti.
Per il resto le spiagge che abbiamo visitato (Santa Lucia, Cayo Coco e Varadero) sono belle, ma non hanno niente a che vedere con la Repubblica Dominicana, che da questo punto di vista è un vero paradiso, senza dimenticare che la presenza di molti italiani lì ci permetteva di mangiare da dio a prezzi stracciati,
cosa qui a Cuba completamente impossibile. Il cibo infatti è sempre scadente, e la cosa migliore, la cucina creola (locale) viene a noia molto presto.
Stasera andiamo a ballare la salsa alla Casa della Musica. A dire il vero non sono migliorato molto, però abbiamo ancora 3 giorni di pratica ;)

Avrei ancora mille storie da raccontare e ho migliaia di foto da mostrarvi, però mi devo limitare a questo, spero di poter scrivere di più prossimamente... da altrove ;)
Taglio artistico di capelli per Jacopo, in stile fascio.

That Damn Crazy Summer 2009 - Chapter 5 - Deep into the Caribbean!

sabato 25 luglio 2009 alle ore 20.38
Il nostro Hotel a Cabarete, piscina e vista oceano, niente male :D
Velero Hotel, Cabarete, Repubblica Dominicana. E' da qui che vi scrivo oggi, la mecca del windsurf.
L'ultima volta che ho scritto eravamo a Miami e da allora ne sono passate tantissime...
rotta verso Key West... driving into the ocean

Un giorno in gita a Key West con la nostra cara chrysler convertibile ribattezzata Zia Pina, esperienza indimenticabile, non tanto per il posto in se, un infinità di isolette collegate da un lunghissimo ponte che fa da autostrada, arrivati all'ultima isola, Key West per l'appunto si dovrebbe poter godere della miglior spiaggia della florida, peccato che l'acqua sia ristagnante e puzzi di palude... ed il cattivo tempo durante tutta la mattinata non faceva bene sperare. Era aria di tempesta tropicale, ma fortunatamente poi si è rimesso ed al ritorno ho goduto di un esperienza indimenticabile, guidare scappottato su questa autostrada in mezzo al mare... indescrivibile!
Il nostro hotel a Miami Beach...ocean front ovviamente!

L'ultimo giorno a Miami è stato un macello. Primo segno di sventura: il tipico suono da colpetto di sirena della polizia... PEEEWWWW... guardo nello specchietto e vedo l'auto della polizia con i lampeggianti accesi che ci fa segno di accostare.... "Giamma accosta, fermati e metti le mani sul volante che se no ti puntano la pistola in faccia!" gli dico io dal sedile accanto. Il poliziotto si affaccia al finestrino e chiede i documenti con l'arroganza tipica dei suoi occhiali a specchio... "What's that! How do I know it's good?" domanda analizzando con sguardo ottuso la patente italiana di Giammarco, "It's good! It's good!" risponde lui con tono rassicurante, ma che aveva effetto opposto sul poliziotto. Dopo di che quest'ultimo esordisce con l'epico: "There were 2 big signs NO TURN LEFT, NO TURN LEFT..." "Where?" "Where you turn left!!!"
Party at Nikky Beach, Miami
Lapidato così Giammarco, il poliziotto si acquatta nella sua macchina con i nostri documenti lasciandoci così a ipotizzare quanto ci sarebbe costato tutto ciò, ma all'improvviso rispunta con i suoi occhiali scintillanti: "Ghiammarco, you saved yourself one hundred and fifty bucks cause i've got a call! But next time pay attention before you hurt somebody!"
Niente multa, evvai! PE PE PEPEPEPPEEEEEEEEEEEE....
Ma il peggio doveva ancora arrivare... ed è arrivato quando la mattina dopo Jacopo non trovava più la macchina... infatti ce l'avevano portata via col carro attrezzi... che in america è una specie di compagnia mafiosa... ma basta pagare e passa la paura, in meno di un ora la Zia Pina era di nuovo con noi.
Qui è la patria dei cani secchi, ma sono buonissimi :)

Guardavo dalla finestra un ragazzo fare Kitesurfing, era salito in piedi sulla tavola trascinato dal suo aquilone quando è caduto ed ha perso la tavola. Lui continuava ovviamente a tenere il kite non potendolo lasciare, altrimenti l'avrebbe perso, ma lo stava trascinando nella direzione opposta alla tavola. Sembrava in crisi e mi chiedevo come avrebbe fatto a riprenderla, quando ha prontamente girato l'aquilone e si è fatto trascinare verso la tavola ed è rimontato sopra. Il kite surfing sembra molto più divertente del windsurf, ed anche più facile, io in tre volte che l'ho provato, con quella cazzo di vela sono riuscito solo ad imparare a cadere in maniera più spettacolare...
I'm walking on sunshine...
Omino abbiamo sete... latte di cocco por favor!

Quando si dice che ci sono paesi in cui la differenza di ricchezza tra poveri e ricchi è enorme non ci rendiamo certamente conto di come può realmente essere. E quando tutto questo ti viene sbattuto in faccia è decisamente devastante. Il primo giorno in Rep.Dominicana è stato impressionante.
Arrivati all'aeroporto di Santo Domingo abbiamo preso la nostra grande punto a noleggio e abbiamo guidato nella notte verso Las Terrenas, giovane località turistica nella penisola di Samanà.
Strade dissestate, buche, buio e guidatori folli. Villaggi senza illuminazione notturna costituiti di baracche e gente che si aggirava nel buio incurante del pericolo di essere investiti... questo è stato il nostro lungo viaggio notturno, fino all'arrivo nel paesino. Non sapevamo come comportarci, perchè sembrava tutto così pericoloso, come se potessimo essere attaccati e derubati in qualsiasi momento. In realtà avremmo poi scoperto che non è affatto così. Dopo aver chiesto informazioni siamo riusciti a trovare il nostro alloggio, tenuto da una donna italiana sposata con un dominicano. Ad accoglierci nella stanza è una tarantola gigante, che a differenza di quelle che si vedono nei film non ha movimenti lenti ed eleganti, ma è velocissima e schizza via da una parte all'altra del muro in un attimo. Nei film le congelano quasi per rallentarle, ma lì gli unici congelati eravamo noi, dalla strizza. Dopo aver dormito con un occhio aperto abbiamo saggiamente deciso la mattina dopo di cambiare sistemazione e siamo andati in un hotel con piscina e bungalow niente male, praticamente allo stesso prezzo. Upgrade!
le spiagge di Las Terrenas... paradiso sulla terra!
"Fuori dalla mia nave!" Il capitano.

I tre giorni a Las Terrenas sono stati incredibili, abbiamo conosciuto tanti amici, come il piccolo Mose Giovanni bambino dominicano innamorato del nostro pallone e che Giammarco ha portato sulla via dell'alcolismo ed il mitico Claudio, protagonista di una spiacevole vicenda.
Claudio l'abbiamo conosciuto in spiaggia, è un ragazzo di Napoli che passa le estati qui in visita a suo padre che ha fatto la scelta ponderata da molti italiani di trasferirsi ai tropici una volta andato in pensione. Da buon partenopeo Claudio ci ha dato un po' di dritte su dove andare la sera, quali sono i migliori ristoranti etc e ci ha presentato un po'di amici.
Sabato sera eravamo a ballare in uno di questi splendidi locali sulla spiaggia ed una ragazza ci avvisa che il nostro amico era stato vittima di una rissa, mostrandoci macchie di sangue sulla strada. Era Claudio, siamo corsi insieme ad altri amici all'ospedale locale (poco più che un infermeria) dove lo stavano ricucendo.
In pratica da quello che siamo riusciti a ricostruire finora un turista straniero ballando avrebbe perso l'equilibrio ed era caduto addosso ad un dominicano ubriaco che stava iniziando una rissa, quando Claudio è intervenuto per dividerli e questo gli ha tirato una bottigliata in faccia, con risultati devastanti. Due grossi tagli su fronte e viso, e non so quanti punti. Eravamo tutti shockati e siamo stati un po' all'ospedale finchè non è arrivato anche suo padre. Il giorno dopo siamo stati a trovarlo in ospedale, non poteva parlare per i punti, ma siamo riusciti a comunicargli la nostra vicinanza. In bocca al lupo caro Claudio, spero di rivederti presto e in forma!
ospiti a Casa de Campo

Il nostro viaggio è proseguito verso Casa Di Campo, un mega complesso residenziale nel sud del paese, dove ci hanno ospitato i parenti di Jacopo, un paio di giorni nel lusso più totale ci volevano proprio e la gita in barca verso isolette piratesche, con tanto di tempesta caraibica al ritorno non è stata da meno. Dopo di che siamo giunti qui a Cabarete, dove tra bevute sulla spiaggia, windsurf e nuotate in piscina ci stiamo caricando le batterie prima dell'avventura Cubana che ci aspetta da lunedì...
Giammarco questa è istigazione di minore all'alcolismo! Povero Mosè Giovanni!