domenica 5 settembre 2010

Going eastbound in Summer 2010 - Chapter 1 - From Green Gold to the Mighty Temples

venerdì 18 giugno 2010 alle ore 14.16

Eccolo, il possente Airbus 380
in tutta la sua magnificenza
E' l'alba a Dubai, circa le sei del mattino, ma già ci sono 35 gradi di afa appiccicosa, non oso immaginare cosa sarà la temperatura nel primo pomeriggio, anche se presto, tra un mese, lo sperimenterò in prima persona.
Per adesso mi godo il fresco dell'aeroporto sorseggiando una dissetante Pocari Sweat. Incredibile, la mia bibita giapponese è stata importata qui e costa anche poco!
Il paesaggio qui ricorda vagamente quello di Las Vegas ma meno colorato e con molta più foschia... Mi chiedo come faccia ad essere così umido qui... eppure è un deserto anche questo!
Elemento onnipresente qui sembrano i pistacchi, dal costo esorbitante, una scatola di croccanti misti al pistacchio costa come un narghilè medio, immagino che siano parecchio buoni, ma noi abbiamo quelli di Bronte, volete mettere?
...ed ecco gli interni...
un normalissimo aereo oversize...
delusione!

Mentre scrivo, Marco, il mio compagno di viaggio, sta cercando disperatamente di far funzionare il wi-fi del suo cellulare Samsung, anzi vi aggiorno, si è appena arreso. Non comprate Samsung ;)
Gli consiglierò di andare nella praying room, che è accanto ai cessi, dove puoi toglierti le scarpe e pregare verso la Mecca o a tua scelta fare anche delle entusiasmanti abluzioni. Questi arabi sono proprio avanti... avanti?
Tra poco saliremo sul fantomatico Airbus 380 che è già posteggiato davanti a noi, e qui dal secondo piano non sembra così enorme... potenziale delusione in vista... vi terrò aggiornati.
Angkor Wat, il re di tutti i templi, anzi l'imperatore, immenso ed incredibile!

 
Fast Forward.
Lara Croft mi fa una pippa... :D


Seduto nella lobby di un piccolo hotel di Siem Reap in Cambogia ripenso al volo su quel colosso volante che poi non era così colossale come sperato. Nessun bar purtroppo e nessun duty free, ma un normalissimo aereo in scala mastodontica. Bellissime le rifiniture però l'amaro in bocca è rimasto e purtroppo non abbiamo potuto vedere il piano di sopra con la buisness e la first class che comprendeva un area lounge... ma chissenefrega, oggi siamo stati ai templi di Angkor e il genere umano ha guadagnato nuova stima, quando ci mettiamo d'impegno creiamo veramente cose incredibili.
Ma andiamo per ordine.
Primo impatto con Bangkok, strano. Abbiamo passato la prima notte nel quartiere dei backpackers, un posto pieno di bancarelle, ristorantini e negozietti, ma soprattutto stracarico di giovani turisti in cerca di avventura, se non sbaglio è dove iniziava il film The Beach, ma comunque non abbiamo avuto modo di vedere la città perchè siamo partiti all'alba per il confine.
Altro posto assurdo, alla città di confine siamo stati assaliti da truffatori scippatori che cercavano di convincerci in tutti i modi ad andare con loro, ma abbiamo tenuto duro, anche se sono stato derubato. Le pringles che avevo nella retina laterale del mio zaino nella confusione sono andate, fortunatamente il tubo non era pieno, buon pro gli faccia.
 
ecco una scena da Fuga da Angkor, presto nei migliori cinema ;)
Angkor... what?


In ogni modo, dopo un viaggio complessivo di 7-8 ore siamo arrivati alla nostra destinazione in Cambogia.
Primo impatto con il paese fortemente positivo, tralasciando le infinite persone che hanno cercato di abbindolarci in tutti i modi, ma tanto cercare di fregare i turisti stranieri è un costume comune a tutti i paesi in via di sviluppo. In ogni caso la gente è incredibilmente cordiale e disponibile, sempre sorridenti ed accomodanti e con tanta voglia di parlare e scherzare.


Il cibo è eccezionale, il piatto più famoso qui è l'Amok, pesce o pollo cotto in una salsa di latte di cocco e curry servito in una foglia di banano, delicato e delizioso, penso che ne farò scorpacciate.
Ma la cosa più incredibile a cui abbiamo assistito oggi sono i templi di Angkor. Inimmaginabili, grandiosi e sfarzosi. Credo che le opere di valore paragonabile sulla faccia del pianeta si possano contare sulle dita di una mano monca. Vi assicuro che le foto non possono rendere giustizia, va visto assolutamente anzi vissuto almeno una volta nella vita. Non scherzo. Cmq di foto ne ho fatte tonnellate, quando sarò tornate le potrete vedere ;)
mancano solo il cappello e la frusta :D
Saluti e baci da Angkor!

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