venerdì 16 luglio 2010 alle ore 20.49
Dopo Si Racha un repentino cambio di programma ci ha portato ad Ayutthaya, l'antica capitale del regno del Siam. Questa è una delle località più importanti del paese per quanto riguarda la storia ed in particolare i templi. Molte sono infatti le rovine di antichi templi risalenti anche all'epoca della dominazione Angkor. Ma dopo aver visto quelli in Cambogia, obbiettivamente i templi thailandesi impallidiscono al confronto e più che altro lasciano l'amaro in bocca.
Abbiamo quindi deciso di rimanere soltanto una notte in questa città che non aveva molto altro da offrire. Il piano consisteva nella partenza serale per la capitale e la traversata del paese con un treno notturno, destinazione: Koh Samui, isola famosa per le sue paradisiache spiagge.
Dopo il check out alla guesthouse e la visita ai templi facciamo un giro organizzato in barca sul fiume che circonda interamente il centro della città con tappe ad alcuni dei templi che non avevamo visitato. Tra cui quello che contiene la statua di buddha antica più grande del paese. Interamente in bronzo penso fosse addirittura più grande di quella di Kamakura in Giappone. Impressionante.
Appena finito il giro in barca ci siamo fiondati in tuk tuk verso la stazione e subito sul treno per Bangkok. Lì in stazione cena al KFC e subito treno notturno.
Ora, analizzando il fatto che il treno con le cuccette era già esaurito e i treni thailandesi non sono per niente degli shinkansen (o freccia rossa) nè per velocità nè per comodità. Aggiungendo che l'ultima doccia l'avevamo fatta la mattina all'hotel di Ayuthaya e che qui basta mettere la testa fuori di casa per ritrovarsi in pochi istanti bagnati di sudore dalla testa ai piedi.
In più tra ritardi vari, bus non previsti e ricerca lunghissima di un hotel decente, abbiamo messo piede in una camera verso le 5 del pomeriggio.
Non avevamo un buon odore.
Per niente.
In compenso già le prime sbirciatine alle spiagge dell'isola dal bussino facevano presagire qualcosa di spettacolare. C'è poco da descrivere... lascio spazio alle foto.
In realtà nella mia personale classifica delle spiagge, Las Terrenas in Repubblica Dominicana, non viene minimamente scalfita a rimane con scioltezza sul podio, almeno per ora.
[JUMP]
Koh Phangan. Ultima notte.
Abbiamo passato a Koh Samui 4 notti. Marco non è stato molto bene a causa di una via di mezzo tra un intossicazione ed una maledizione di Montezuma... diciamo niente di grave ma non ha passato delle belle giornate.
Probabilmente ci saremmo spostati prima se lui fosse stato bene, per via dell'eccessiva turisticità del posto, ma con il senno di poi devo ammettere che anche Koh Phangan non è da meno, anche se ha un tipo di frequentazione diversa. Quest'isola è famosa infatti per i suoi party sulla spiaggia, in particolare il Full Moon Party che dovrebbe essere stato inventato qui e per i suoi "bucket", secchielli da spiaggia pieni di alcolici venduti a buon prezzo la notte praticamente ovunque. Una parola, delirio. La notte passa con frotte di turisti ubriachi che si ammassano in spiaggia fino all'alba. Giocoleria con le fiamme, giochi stupidi e limbo infuocati animano la nottata. E la mattina la spiaggia è vuota.
Peccato solo che quest'isola sia discretamente più cara rispetto alla sorella maggiore Koh Samui, che già non si allineava con gli altri posti, meno turistici dove eravamo stati.
I tre giorni lì però sono passati molto velocemente. Abbiamo fatto amicizia con Linda e Jon (sorry for the final, my friend ;D ), due ragazzi in viaggio, lei svizzera, lui olandese.
Ma uno dei ricordi più divertenti di questa tappa è stata la mitica guesthouse dove stavamo, gestita totalmente da gay. Il padrone in particolare era un personaggio mitico, che continuamente ci provava con noi in modo scherzoso e noi ovviamente non ci tiravamo indietro. Mitici i suoi "oh buddha!" stile "oh my God!".
Il tempo di ripartire però è arrivato ancora e dopo l'ultima serata in spiaggia abbiamo riconsiderato una tappa a Koh Tao, patria del diving, ma questa è un altra storia...
Abbiamo quindi deciso di rimanere soltanto una notte in questa città che non aveva molto altro da offrire. Il piano consisteva nella partenza serale per la capitale e la traversata del paese con un treno notturno, destinazione: Koh Samui, isola famosa per le sue paradisiache spiagge.
Dopo il check out alla guesthouse e la visita ai templi facciamo un giro organizzato in barca sul fiume che circonda interamente il centro della città con tappe ad alcuni dei templi che non avevamo visitato. Tra cui quello che contiene la statua di buddha antica più grande del paese. Interamente in bronzo penso fosse addirittura più grande di quella di Kamakura in Giappone. Impressionante.
Appena finito il giro in barca ci siamo fiondati in tuk tuk verso la stazione e subito sul treno per Bangkok. Lì in stazione cena al KFC e subito treno notturno.
Ora, analizzando il fatto che il treno con le cuccette era già esaurito e i treni thailandesi non sono per niente degli shinkansen (o freccia rossa) nè per velocità nè per comodità. Aggiungendo che l'ultima doccia l'avevamo fatta la mattina all'hotel di Ayuthaya e che qui basta mettere la testa fuori di casa per ritrovarsi in pochi istanti bagnati di sudore dalla testa ai piedi.
In più tra ritardi vari, bus non previsti e ricerca lunghissima di un hotel decente, abbiamo messo piede in una camera verso le 5 del pomeriggio.
Non avevamo un buon odore.
Per niente.
In compenso già le prime sbirciatine alle spiagge dell'isola dal bussino facevano presagire qualcosa di spettacolare. C'è poco da descrivere... lascio spazio alle foto.
In realtà nella mia personale classifica delle spiagge, Las Terrenas in Repubblica Dominicana, non viene minimamente scalfita a rimane con scioltezza sul podio, almeno per ora.
[JUMP]
Koh Phangan. Ultima notte.
Abbiamo passato a Koh Samui 4 notti. Marco non è stato molto bene a causa di una via di mezzo tra un intossicazione ed una maledizione di Montezuma... diciamo niente di grave ma non ha passato delle belle giornate.
Probabilmente ci saremmo spostati prima se lui fosse stato bene, per via dell'eccessiva turisticità del posto, ma con il senno di poi devo ammettere che anche Koh Phangan non è da meno, anche se ha un tipo di frequentazione diversa. Quest'isola è famosa infatti per i suoi party sulla spiaggia, in particolare il Full Moon Party che dovrebbe essere stato inventato qui e per i suoi "bucket", secchielli da spiaggia pieni di alcolici venduti a buon prezzo la notte praticamente ovunque. Una parola, delirio. La notte passa con frotte di turisti ubriachi che si ammassano in spiaggia fino all'alba. Giocoleria con le fiamme, giochi stupidi e limbo infuocati animano la nottata. E la mattina la spiaggia è vuota.
Peccato solo che quest'isola sia discretamente più cara rispetto alla sorella maggiore Koh Samui, che già non si allineava con gli altri posti, meno turistici dove eravamo stati.
I tre giorni lì però sono passati molto velocemente. Abbiamo fatto amicizia con Linda e Jon (sorry for the final, my friend ;D ), due ragazzi in viaggio, lei svizzera, lui olandese.
Ma uno dei ricordi più divertenti di questa tappa è stata la mitica guesthouse dove stavamo, gestita totalmente da gay. Il padrone in particolare era un personaggio mitico, che continuamente ci provava con noi in modo scherzoso e noi ovviamente non ci tiravamo indietro. Mitici i suoi "oh buddha!" stile "oh my God!".
Il tempo di ripartire però è arrivato ancora e dopo l'ultima serata in spiaggia abbiamo riconsiderato una tappa a Koh Tao, patria del diving, ma questa è un altra storia...
Nessun commento:
Posta un commento